Se è vero il proverbio che cita ” il buongiorno si vede dal mattino” allora un buon dissodamento del terreno assicurerà, quasi sicuramente, un’ottima base per il letto di semina. Cosa significa dissodare il terreno? Principalmente , in senso prettamente del significato, consiste nel rompere il terreno in modo da arieggiarlo per permettere le successive fasi di lavorazioni. Nella realtà sono molteplici gli effetti di questa prima lavorazione su un terreno indurito dal clima e dal pascolo favorendo, ad esempio, i processi di ossidazione indispensabili per aumentare la dotazione di alcuni elementi nutritivi nella forma assimilabile (azoto nitrico, solfati) e prevenire i processi di riduzione più o meno direttamente dannosi alle piante (accumulo di solfuri,denitrificazione) migliorandone le proprietà fisiche e meccaniche .
L’epoca di esecuzione dipende dal concorso di fattori tecnici, ambientali ed organizzativi e può variare sensibilmente sia secondo le consuetudini sia nell’ambito di una stessa azienda agraria.
Le condizioni pedoclimatiche del territorio italiano vincolano spesso le scelte per il fatto che in Italia vi è un’elevata frequenza dei terreni a tessitura fine o finissima, per i quali è importante eseguire le lavorazioni nello stato più opportuno. In genere si opera ad una profondità tra i 50-70 cm con appositi attrezzi chiamati appunto dissodatori. Questi attrezzi assomigliano molto ai coltivatori ma hanno una struttura molto più rinforzata contraddistinta da denti/ancore più lunghe dei coltivatori per appunto operare più in profondità. Negli anni questi attrezzi sono molto migliorati soprattutto nell’apparato di scavo aumentandone l’affidabilità. Rispetto all’aratura questo tipo di approccio fa risparmiare tempo di esecuzione, carburante si elimina l’ inversione degli strati, (il rivoltamento delle fette, con l’aratura, provoca un’alterazione del profilo del terreno, aspetto negativo quando gli strati profondi hanno caratteristiche indesiderate) e non provoca la formazione del crostone di lavorazione (Il vomere e il tallone dell’aratro esercitano una compressione del terreno in corrispondenza della suola di lavorazione. Eseguendo l’aratura sempre alla stessa profondità si provoca la formazione di uno strato compatto, detto crostone che ostacola il drenaggio dell’acqua in eccesso e l’approfondimento delle radici).