In un futuro ormai prossimo ci saranno robot impiegati in agricoltura in grado di raccogliere la frutta o di eseguire trattamenti fitosanitari. Si chiamano AgBot o robot agricoli è promettono di sostituire l ‘uomo in mansioni dove l’ uomo è necessario ( perdonate il gioco di parole !); piccoli o grandi macchinari che svolgeranno un cmpito ben preciso all’interno dell’azienda. Questi Agbot sono già una realtà ad uso esclusivo di laboratori di ricerca o aziende private e costano molto ma ben presto con l’abbassare dei costi di produzioni potranno essere diffondersi sul mercato.
“Quello della robotica è uno dei settori più rivoluzionari per l’agricoltura.Pubblico e privato devono prepararsi all’impatto. Il primo mettendo in campo una legislazione che non tarpi le ali all’innovazione. Il secondo investendo in ricerca e sviluppo”. Queste le parole di Mark Johnson, fondatore di Descartes Labs, società statunitense attiva nel precision farming intervistato da Agronotizie ( fonte di questa notizia) in occasione del World agri-tech innovation summit di San Francisco.
La ragione per la quale la robotica incontra l’agricoltura è come sempre il risparmio economico che di conseguenza rappresenta più margine per l’agricoltore ma anche la sicurezza sul lavoro nel caso di irrorazione di fitosanitari e più produttività specializzata. Anche l’Unione europea è attenta agli sviluppi del settore. Il Parlamento europeo ha discusso ad inizio anno il rapporto Delvaux che prova ad immaginare l’impatto che le nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale e la robotica, avranno sulle nostre società. Il rischio concreto è che vengano bruciati migliaia di posti di lavoro senza che ne vengano creati di nuovi. Per questo il fondatore di Microsoft, Bill Gates, ha lanciato la proposta di tassare il lavoro robotico per creare ammortizzatori sociali ad hoc.